giovedì 2 ottobre 2014

L'ARCOBALENO DEI DESIDERI

L’ARCOBALENO DEI DESIDERI



Tra soffici e bianche nuvole
se ne stava Iris ad ascoltar le favole.
Iris era un lungo arcobaleno
che nel cielo si allungava sereno.
Poggiava la testa in un paese del mondo
e affondava i piedi in un mare profondo.
Era così grande la sua mole
che alla vista lasciava senza parole.
Dicevano che Iris esaudiva desideri
e magici in realtà eran i suoi poteri.
Le creature della Terra seguivan la volta celeste
per avanzare le loro richieste.
Iris ascoltava di tutti i bisogni
e ne accontentava i sogni.

Una sera fresca, quasi al tramonto
si presentò una coccinella con un racconto.
“Sono nata con le mie sorelle
in una notte incantata di stelle.
Al buio della notte sembravam tutte gemelle
ma al mattino ridevano di me, le monelle!
Perfetto il loro manto rosso e nero
mentre il mio era oscuro per davvero!
Quante lacrime ho versato nel mio nido sconsolato!
Ma, ora, qui davanti a te
chiedo quello che non c’è.
Te ne prego, arcobaleno, 
al mio pianto poni un freno!”
E il cuore di Iris, che era delicato,
provò a cambiare il colore deprecato.
Prova e riprova, una soluzione sempre si trova!
“Un rimedio originale oggi ho letto sul giornale!
Con eleganza esigi, alla moda di Parigi
che il tuo color faccia tendenza
e poi vedrai che differenza!
Tutta rossa coi pallini neri:
sarà un successo di quelli veri!”
Alla coccinella lacrimona sembrò più di una corona.
Si sentì una principessa e dei coleotteri campionessa.
Volò veloce e sorridente:
addio vita deprimente!

Dal mare una stellina un po’ sbiadita
uscì tremante e infreddolita.
“Stando qui sempre in ammollo
del mio colore ho perso il controllo!
Starnutisco da mattina a sera,
mi ci vorrebbe una preghiera!
La mia preghiera è presto detta
a te che di soluzioni sei provetta:
Ravviva il mio aspetto
e in cambio riceverai il mio affetto!”
“Oh stella che perde il suo bagliore,
ti assicuro una luce maggiore!
La tua salute mi sta a cuore
e comprendo il tuo languore.
Ti ci vogliono acque calde per tonalità ben salde!
Poiché nel mar vai senza sosta
porterai il color dell’aragosta!”
E gonfia di emozione scivolò via tutta arancione.
E così la stella di mare 
dalle onde tornò a farsi accarezzare.

Un draghetto piccolino, tutto solo e sconsolato,
arrivò tutto d’un fiato.
Coperto da un mantello bigio
quando lo tolse si scoprì tutto grigio.
“Per favore, arco multicolore,
alleviami dal mio dolore!
Il colore del mio manto è dei nuvoloni scuri
ma uno rigoglioso, invece, spero mi procuri!”
“Tra le piante, i prati e i boschi 
col tuo volo il cielo offuschi.
Ma il tuo vero manto, alata creatura,
è il color della natura!
Che sia verde la tua ala
ed ora, forza! il fuoco esala!”
Il draghetto ringraziò e tra fuoco e fiamme se ne andò.

Sul pelo dell’acqua saltellava
un pesciolino bianco che piagnucolava.
Disse timido il pescetto con un piccolo tuffetto:
“Nuoto nell’acqua, il mio elemento,
ma quasi non mi si vede: che tormento!
Tu, che dei colori sei regina,
donami l’azzurro stamattina!”
Ed Iris che era buona e generosa, l’azzurro gli donò.

Un mattino di buon’ora
quando il mondo dorme ancora, 
del gran Sole lo sbadiglio
fu per Iris un abbaglio.
“Grande astro risplendente 
per il mondo sei attraente!
Mille versi ai poeti ispiri 
e ancor più sono i sospiri!
Ma qual è, per cortesia, 
il color della tua poesia?”, chiese l’arcobaleno.
“Fra tutti i colori del tuo arco
ce n’è uno che rimarco!
Esso è il giallo incandescente
e lo indosso abitualmente!
Se potessi, in verità,
preferirei un bel lillà!”
Al che, Iris con un sorriso
promise al Sole quanto deciso.
“Fra tutti il giallo è tuo alleato
giacche con esso fosti creato.
Se vorrai una nuova sfumatura,
che si addica alla tua altura,
ti consiglio due colori:
aumenteranno i tuoi valori!
D’indaco talora il cielo si colora
e le stelle tutte del firmamento
ringraziano insieme per il portento.
Anche il violetto arriva a prima sera
per rinfrescare la volta aerea.
Quindi, ecco: per te ho pensato
il binomio qui prospettato.
Indaco e violetto: due nuovi e solerti alleati
pronti a vivere allegri e beati!”
Ed il Sole grato e soddisfatto
saltellò felice come un matto!

Solo restò da esaudire
un desiderio ancora da udire:
quello della farfalla dalle ali immacolate
che teneva ben raggomitolate.
La farfalla era insicura e viveva nella paura
perché le sorelle vanitose
eran con lei assai dispettose.
Le sciocche ridevano per il suo pallore
non immaginando il suo dolore
mentre lei si sognava multicolore.
Per fortuna del delicato insetto,
Iris poteva rimediare a quel difetto.
Come fosse iscritto in un lieve velo
Iris era una spaccatura del cielo.
Un arco dal curvilineo verso
da cui fluiscono i colori dell’universo.
Prese tutte le tonalità gioiose
ed ella ebbe infine ali vezzose.
Di tutti i colori poté vestire
e finalmente le sorelle zittire.

Così finisce la storia di un arcobaleno
che per tutti si adoperava senza freno.
E, ricorda sempre, amico caro
che di donar te stesso non devi esser avaro!




FINE

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