C'era una volta una mano.
A questo punto i più osserverebbero subito che, di regola, le mani sono due… ciascuna appartenente ad un braccio.. che a sua volta appartiene ad un corpo.. dotato di una testa.. con due gambe e due piedi…e, quei più, avrebbero sicuramente ragione.
Ma, la mano in questione passò alla storia (e divenne protagonista di questa storia) per via del fatto che era la sola parte disonesta di un corpo altrimenti integerrimo.
Quando Candido nacque, i suoi genitori vollero chiamarlo col solo nome che interpretasse al meglio le aspettative di vita virtuosa che speravano e si aspettavano dal loro unico erede.
Un figlio pulito, trasparente, onesto.
Di quelli che ti incontrano, ti sorridono e ti tendono la mano, una mano aperta al prossimo, aperta alla vita con franchezza, generosità e senso morale.
Candido crebbe effettivamente come esempio di probità e rettitudine… solo che, quella mano, quella mano che doveva essere aperta, era purtroppo spesso aperta nelle tasche di chiunque non fosse Candido.
Il povero Candido aveva in più occasioni tentato di tenere a freno il desiderio di quella sciagurata di delinquere, ma invano.
"Sindrome dell'arto alieno" la chiamavano.
La sua mano viveva di vita propria.
Ragionava, decideva ed agiva in assoluta autonomia.
Si era anche data un nome.
Handrew era il caos. Dotato di cinque menti criminali folli, quasi mai in accordo tra loro, litigiose e in perenne contrasto, causa la rivendicazione della leadership.
Cinque personalità al limite unite solo dall'anatomia e dall'indole corrotta.
ll primo era Yeah che, autoproclamatosi capo del gruppo, era convinto di meritarne il ruolo perché in ordine:
- sempre primo quando si inizia a contare;
- l'unico in grado di accordare consensi o esprimere dissenso, nel caso ce ne fosse bisogno;
- il solo capace di reperire un passaggio, nel, secondo lui, caso diffusissimo di auto in panne.
Yeah era pieno di sé, incline alla violenza e covava un complesso di inferiorità rispetto ai fratelli perché più in basso, più grasso e più esposto alle martellate.
Il secondo era Liolà e proprio non sapeva conciliare né scegliere tra le sue molteplici inclinazioni. Era contemporaneamente una spia, un grande accusatore e un odioso saccente.
Aveva sempre l'insopportabile espressione da "Io lo so! Eè stato lui! Eè andato da quella parte!".
C'era poi Fottiti, il più volgare del gruppo, eppure orgoglioso della sua statura e della sua noncurante sfacciataggine.
Viveva sul chi va là e guardava tutti con sospetto.
Qualsiasi cosa gli chiedessi o facessi notare ottenevi sempre la medesima risposta: "Cazzo vuoi?!".
Un altro era poi Non-mi-sposerò-mai.
Si era scelto un nome così lungo perché fosse chiaro a tutti che, mai e poi mai, avrebbe accettato legami e condizionamenti di nessun tipo.
Era un rivoluzionario anarco-individualista e, spesso, rifilava ai fratelli i suoi discorsi visionari per i quali, in verità, nessuno se lo filava più di tanto.
I quattro si limitavano ad annuire per quieto vivere, salvo poi, in qualche occasione, stimolarlo nei suoi ragionamenti, ma solo per ridere di lui.
Dietro l'immagine minuta si nascondeva una personalità coraggiosa ed elegante, un combattente sicuro di sè.
Sarebbe stato un leader naturale se non fosse stato che era strabico e aveva la forfora.
Ora, come e perché avesse la forfora non è dato sapere.
Estremamente ambizioso, aveva avuto la sfortuna di vivere in un'epoca in cui il potere politico stava nelle mani di chi era in grado di fascinare elettori e gentil sesso.
Poco importavano le doti oratorie, l'onestà e la serietà dei comportamenti o la credibilità del programma politico.
L'importante era il sorriso accattivante e l'occhietto malizioso.
E King non possedeva nessuno dei due.
La sua immagine parlava per lui e diceva che nessuno mai l'avrebbe preso sul serio.
Questi i componenti di una banda di corrotti di cui Candido aveva cercato di liberarsi in molteplici modi.
Aveva provato con l'ipnosi.
L'ipnotista, quel giorno, lo aveva appena fatto accomodare che subito Fottiti aveva fatto capolino dalla tasca dove invano Candido tentava di confinare i reietti.
Ebbene, l'ipnotista, preso in mano il pendolo, aveva risposto con un sorriso bonario e una frase densa di tracotante sicurezza - "Non si preoccupi! Insegneremo a questo giovanotto un po' di educazione!".
Udite queste parole ai cinque scappò una risatine beffarda, tirarono su le maniche e inscenarono uno show da circo.
Tra chi accusava di persecuzione, chi alludeva a ridotte dimensioni falliche, chi lasciava intendere dove avrebbe infilato il pendolo e chi mimava l'atto estremo di recidere una carotide, fu presto chiaro che la seduta non sarebbe neppure cominciata.
E tanti saluti a quel sorrisetto idiota e al povero Candido.
Prima ancora, Candido aveva provato a parlare loro, a convincerli, a convertirli ad uno stile di vita onesto.
Handrew si sa, era allergico alle paternali.
Il mite Candido aveva cominciato a parlare con timidezza… quella timidezza di bambino che ricorda aneddoti piacevoli di un'infanzia ovattata e felice.
- "Ricordo ancora il vassoio di biscotti che la zia Bettina mi porgeva.
Si chinava su di me, le mani che stringevano un tesoro.. così che alzando gli occhi incontravo prima lo spettacolo multicolore dei suoi profumati biscotti al burro e cannella e poi il suo sguardo pieno d'amore e il suo sorriso aperto.
Oh! Io mi sentivo un principe, onorato di così dolci attenzioni eppure orgoglioso di me e…", stava per continuare che fu interrotto da Handrew.
- "Perché Diavolo ci stai raccontando di quella capra puzzona di Bettina?!
Tanto più che: detestavi i suoi merdosi biscotti, portava la dentiera ed era strabica!".
Alla parola "strabica" King saltò come una molla.
- "In verità, vi dico, inutili carogne, che lo strabismo è il difetto della bellezza.
Non a caso, infatti, si suole accostare tale vizio oculare all'eterna Venere, che.."
- "Sì, come no!", lo interruppe a sua volta Yeah!, "Venere era una guercia super fica magari con la forfora!".
- "Ma non l'hai sentito il Cristo Risorto?! Se pontifica di bellezza lui…", continuò Liolà.
- "E' tutto un complotto, fratelli!", questa volta era Non-mi-sposerò-mai a parlare.
Bello o brutto, strabico o no: chi decide cosa e per chi?!
E' sempre Lui che tiene i fili! Lui manovra e voi siete i burattini che ancora credono alle categorie aristoteliche!".
- "Lui chi?!", chiesero tutti, Candido compreso.
- "Come chi?! Lui, Mr Big, il Manipolatore… potete chiamarlo Stato o Religione… ma è sempre e solo il Dio Denaro!".
Si erano tutti scordati che bastava dare anche solo un piccolo input a Non-mi-sposerò-mai perché partisse con i suoi sproloqui anti-politici, anti-statali, anti-religiosi, anti-vattelappesca.
- "Dobbiamo vivere da esseri unici ed egoisti. E basta".
Tirarono tutti un respiro di sollievo.
Poco dopo si guardarono. Ognuno notò sul volto dell'altro una profonda perplessità.
Qual era stato il discorso di partenza?
A togliere tutti dall'imbarazzo generale ci pensò Fottiti con una frasuccia zuccherosa delle sue…
Così, Candido decise che sarebbe stato meglio evitare altri tentativi di evocazione dei ricordi d'infanzia in Handrew.
Fu passando davanti una banca una mattina di primavera che ebbe l'idea.
Nella mente, già da un po', gli frullava l'equazione nemico=amico…ma, fino a quel momento, non sapeva spiegarsene il motivo e soprattutto non sapeva come quella formula potesse tornargli utile nella lotta contro Handrew.
Certo l'idea in questione era confusa, stupida e disonesta, ma Candido si era convinto che se avesse lasciato campo all'improvvisazione e non avesse speso nemmeno un secondo per strutturare il piano, avrebbe potuto prendere contropiede Handrew e finito per ottenere quello che voleva.
Handrew riconobbe subito il dolce rumore delle macchinette contabanconote che contrastava con la tipica tranquillità lenta e silenziosa che ti avvolge sempre quando entri in una banca qualsiasi.
E quell'odore di carta, di computer, di porte e sportelli di vetro.
- "Non esiste un posto senza odori come le banche… eppure passa da qui l'intera umanità…", pensò Candido.
Ah! Handrew era tutto un prurito.
Aveva sempre amato le banche.
Avrebbe tanto voluto svaligiarne una.
Ed era proprio quello che intendeva fare Candido.
O, quantomeno, era quello cui aspirava senza però finire morto ammazzato dalle guardie.
L'istinto di conservazione gridava di correre veloce il più lontano possibile da quel luogo, entrare in chiesa a pregare per l'imminente peccato di furto e poi di costituirsi alla prima stazione di polizia per il tentativo di "rapina-senza-intenzione-di-delinquere", reato chiaramente inesistente.
Candido però era irremovibile.
E aveva una camminata da schifo.
Sembrava uno sofferente di sciatica.
Handrew non capiva bene cosa Candido intendesse fare.
- "Sarà venuto a depositare contante?, chiese King.
- "Genio! Se avesse avuto contante in tasca, lo avremmo già ripulito!", rispose Yeah!.
- "Lo so io!", intervenne Liolà, "Guardate là! Mira alla cassiera del numero tre!
E' brutta, anonima e sembra un boy scout!
Sicuramente è il suo tipo!".
- "Non so… non mi convince...
Eccheccazzo! Com'è che non sappiamo perché siamo qui?! Merda!", si agitò Fottiti.
- "Stiamo a vedere! Ma, sia ben chiaro, io un anello al dito non me lo metto!", concluse Non-mi-sposerò-mai.
Candido si avvicinò alla cassa numero tre.
Ci lavorava una brunetta scialba e dall'aria impaurita. Non sembrava particolarmente sveglia.
A Candido pareva la vittima ideale per attuare il suo piano.
- "Metta tutti i soldi che ha in cassa in una busta. Non stia a contarli. Lo faccia e basta. E lo faccia tranquillamente. Non si guardi intorno e collabori. Presto sarà tutto finito."
Candido pronunciò queste frasi interminabili senza la minima sfumatura emotiva e tacque.
Era in attesa di reazioni.
La prima a reagire fu la cassiera.
Sa, sono un po sorda da quella volta che partecipai al Guinness World Record e mi infilai 394 cotton fioc nelle orecchie… 394, eh!
Si ricorda di me? Magari mi ha vista in tv!".
- "No… Veramente io preferisco i programmi scientifici.. quelli veri… tipo Quark..".
Alla risposta di Candido, Handrew tornò in sè.
- "Lo avete sentito?! Checcazzo fai, Candido?!
Rispondi pure?! La scema non ha capito niente perché è sorda!
Dille quello che vuoi, ma prendi i soldi e filiamocela!", disse Fottiti.
- "Il colpo della vita! Non ci credo! Finalmente!
E la sua riuscita è nella mano sbagliata di sto coglione!", disse Yeah!.
- "Ssssi… dicevo…", ma il momento di lucidità per Candido era passato e, adesso, iniziava a recitare a soggetto.
- "I soldi, no? Lei li prende e.. poi.. me li da!".
- "E come faccio?! Se non mi da gli estremi del suo conto, come faccio a farle fare il suo prelievo?!".
- "Questa è scema!", disse King.
- "Per me è più scemo lui… Si vede! Non ha stile! Zero!", commentò Liolà.
- "Non voglio i miei soldi! Che rapina sarebbe?!".
- "Ah! Ma, perché? E' una rapina?!"
- "Come "crede"?!", chiesero Handrew e la cassiera.
- "Una rapina suona male, eh? ..Sì.. sa di disonesto…".
- "Basta! Chiamo le guardie!
Ma guarda se doveva capitarmi il rapinatore inesperto, indeciso e pure brutto!
Sono proprio sfortunata!".
- "Brutto?!", chiese Candido. "Come si permette?!"
- "Già! Come si permette?! Fottiti, donna!", disse chiaramente Fottiti, che per la prima volta prese le difese del povero Candido. "Un dito al culo è più affascinante di te! Perfino Liolà! A chi hai detto "brutto", eh?! Ripetilo! Dai, ripetilo!".
- "Fottiti ha perfettamente ragione!", si intromise King. "Candido! Cosa ci stiamo a fare qui?! Le guardie arriveranno tra poco! E tu, devo dire, per inciso, sei un inetto!
Ma noi non rimarremo qui a farci insultare da questo gorilla in abiti femminili di pessimo gusto! Alla macchia!".
- "Dove?!", chiesero tutti.
Candido infilò Handrew nella profonda tasca della sua giacca e corse fino all'uscita.
Incredibilmente riuscì ad eludere le guardie, imbroccare la porta e, una volta in strada, iniziò una corsa disperata.
Corse per isolati e isolati.
Finalmente si fermò all'ingresso di un parco.
Notò alla sua sinistra, vicino ad una fontanella, una panchina.
Dopo poco prese a parlare.
- "Ammettiamolo! Come malvivente faccio cagare!".
- "Non provo neanche a contrariarti", furono i commenti di Handrew.
Aveva parlato per ultimo.
Gli piaceva tenersi il gran finale.
L'uscita ad effetto. Gradasso qual era.
- "Se anche voi voleste delinquere, io vi sarei di intralcio.
Vi conviene mettere la testa a posto e convertirvi!".
- "Qui si parla addirittura di conversione!", disse Handrew.
- "Sissignore! Ho capito che uno dei due deve deporre le armi! E non posso essere io!
Adesso mi è chiaro! E' come un'epifania!", disse Candido.
- "Amen!", rispose King. E continuò.
- "Senti, Candy-Candy… Tu ci chiedi un passo che noi non possiamo compiere.
Così come non potresti immaginare la tua vita diviso tra delinquenza e scommesse clandestine, così per noi è impensabile anche solo l'idea di recarci in Chiesa e far parte del coro la domenica.
Ecco. Il problema è proprio questo.
Noi non faremo mai parte del coro.
Non puoi salvarci da noi stessi.
Quindi, eccoti la mia proposta.
Vivremo da separati in casa!"
- "Cioè?!", fece Candido perplesso.
- "Lascia perdere quell'idiota di King!", disse Yeah!.
Sono stanco di tutti voi, ma, ahimè, temo che dovremo convivere, quindi.. Sposeremo la convivenza!".
- "Ve l'ho detto: io non mi sposo!", disse appunto Non-mi-sposerò-mai.
- "Carogna! Lascia parlare Yeah!", disse Fottiti.
- "Comunicare è forse la cosa più difficile da realizzare.
Si può vivere insieme per anni… e non conoscersi… né comprendersi mai.
Il fatto è che non ci si accetta!".
- "Sì! Ci vuole una bella accettata! E non se ne parla più!
Propongo di iniziare da King, che è il più piccolo e non serve ad un cazzo!", disse Liolà.
King stava per rispondere, rosso in volto, quando lo zittì Candido.
Siete parte di me! Non voglio privarmi di anche solo uno di voi!
Siete speciali e, in fondo, animate la mia vita.
Non cambierete mai. Va bene.
E, alla fine, entrerete in Paradiso con me!".
- " Se avessi le palle, me le toccherei..!".
- "Il solito miscredente…".
- "Ragazzi! Ancora credete in entità superiori o soprannaturali?! Sapete come la penso…".
- "Sì, sì! E chi se lo scorda!".
- "Non riuscite proprio a confrontarvi senza scontrarvi, eh?"
- " Cazzo, no! Non iniziare con le palle filosofiche! Nontireggo!".
Ma, forse, il segreto della vita di Candido e di Handrew era tutto lì.
A volte non serve cambiare.
A volte basta restare uniti.
Anche se completamente diversi.