mercoledì 27 novembre 2013

ANGELICA E CHERUBINO



Sempre, durante i caldi dopo pranzo di agosto, Angelica Sordida si rilassava sotto l'ulivo, nella ovattata quiete del suo giardino.
Nonostante i figli le gravitassero intorno, come pianeti fastidiosi, quel giorno nulla avrebbe turbato la sua tranquilla pausa d'ombra.
Si distese sul lettino a strisce bianche e blu, inforcò gli occhiali da sole e chiuse gli occhi.
Non fece neanche in tempo ad immaginare lo spettacolo di nudità, che il vicino di casa non mancava di proporle ogni giorno, che suonò il citofono.
Aspettò prima di alzarsi e decidersi ad andare a vedere chi fosse.
Poteva anche essere il postino.
Quell'idiota del postino che non perdeva occasione per chiederle a gran voce se fosse esatto il suo nome o fosse un errore, magari di trascrizione.
- "E' sicura che il nome corretto sia Angelica Sordida? Sa.. uno o è angelico o è sordido.. ma, entrambi.. a onor del vero, mi pare altamente improbabile.."-.
- "No. E' il mio nome. Stia certo. Avrei potuto chiamarmi Moana Cosina.  E sarebbe stato peggio. Tutta una vita a dover dissuadere gli uomini che un nome non è garanzia di scopata sicura.
Conoscevo un Roso Spino. Gli è andata peggio. Era un uomo.
Può immaginarsi la sua vita? Dover rispondere a inopportune domande di giardinaggio o doversi giustificare con un cazzone come lei. Una vita triste." -.
Ma non era il postino quel giorno.
Peggio. Era la polizia.
Angelica pregustava lo scambio di battute che sarebbe seguito di lì a poco ed era pronta a sciorinare le cazzate che era solita riferire in relazione al suo strambo nome.
- "Apra! Polizia!  Apra! Le intimo di aprire! In nome della legge! Apra! Non ostacoli la giustizia! Apra! Che la caccia segua il suo corso! Apra! Insisto!  Ap..!" -.
- "E' aperto. Non vede?", disse serafica Angelica.  - "Si è appoggiato al cancello senza accorgersi che il suo stesso peso lo aveva spinto. E' aperto.
Può smetterla di ripetersi." - 
Impacciato, l'agente esordì: "Sì! Ebbene.. Lei è?".
- "Mi chiamo Angelica Sordida e..", non riuscì a proseguire la presentazione che il poliziotto la guardò sospettoso. E la interruppe.
- "Angelica Sordida? Ne è sicura? Sa.. mi sembra altamente improbabile che uno sia al contempo angelico e sordido…"-
Angelica lo guardò come se avesse avuto davanti l'odiato postino.
Ma era un poliziotto. Doveva simulare una divertita indulgenza.
- "Sa.. Il mio nome ha una storia lunga e prodigiosa.
Vede, mio padre faceva il venditore di ombrelli e viaggiava in lungo e in largo per tutti i luoghi più piovosi della nostra bella Terra.
Fu in Perù che, a metà febbraio, durante un carnevale molto colorato, incontrò un transessuale mascherato da demone, della gerarchia dei Vendicatori del male.
Ai suoi occhi, però, era un angelo direttamente giunto dalla terza sfera, come messaggero del Cielo.
Il suo travestimento avrebbe dovuto destare in lui qualche pallida perplessità, ma quando gli occhi sono velati d'amore, puoi convincerti dell'impossibile.
Se ne innamorò e solo quando si arrivò al dunque in un bordello di Lima, capì di avere vissuto un sogno.
Tornò in Italia.
Sposò la sua ragazza storica e, quando nacqui, mi volle chiamare Angelica Sordida."-
- "E' una storia. E' la sua storia. La sua versione.", disse l'agente.
-  "Prego?!", chiese Angelica incredula.
- "Quel frocio bocchinaro del cazzo mi ha rovinato la vita!".-
- "A lei?!".
-  "Sissignora! Agente in servizio Cherubino Pisello!".
Angelica rimase in silenzio.
Guardava quell'uomo e provava a capire che genere di vita avesse vissuto.
Poveraccio.
Ma prima che avesse il tempo di mostrare una minima compassione empatica, il poliziotto Pisello disse - "Non è questo il momento di rammaricarsi per le nostre vite, rovinate da quel pederasta rottinculo finocchio di un peruviano di merda!
Adesso dobbiamo fare largo alla giustizia!
Abbiamo saputo che nell'abitazione contrassegnata dal numero civico 76, attigua alla sua, vive un narcotrafficante austriaco dedito al gioco e alle soap opera!
Lo abbiamo intercettato grazie al segnale del di lui decoder, costantemente sintonizzato su canali argentini, che notoriamente trasmettono solo telenovelas. Sappiamo che attualmente si trova in casa.
Con i nostri potenti mezzi, abbiamo interrotto il segnale e a breve inizierà la 7536^ puntata di "I tre uomini di Concepcìon".  
Non poterla vedere lo innervosirà. Potrà succedere di tutto. Voleranno pallottole.
Lo stanerò!
Passerò per la sua cucina e, quindi, mi dirigerò intrepido per il patio, dove, con l'aiuto di Dio e della sua scala, mi arrampicherò oltre la recinzione e così lo scoverò! Tutto chiaro?!".
- "E se io non ce l'avessi una scala? Che succederebbe al suo piano?"-, disse Angelica.
- "Oh! Non mi rovini tutto! Questa è la mia ultima chance di rimanere in polizia!
Se fallirò, mi spediranno in Perù ed io non potrei tollerarlo! Laggiù chiunque capirebbe le mie origini!".
Angelica, al solo sentire frignare quella checca isterica, si decise a fare accomodare il poliziotto e a seguire passo dopo passo le sue indicazioni.
Prese la scala. La posizionò sotto la cinta muraria del patio e lo guardò arrampicarsi, mettere il naso nella proprietà del vicino e commentare: "Il suo vicino ha una fantastica e odorosa coltivazione di rododendri e pini mughi!".
- "Guardi meglio!", disse Angelica.
- "Forse, biancospino?".
- "No, le dico!".
- "Lilium rosa? Insolito…"-
- "Beh! Direi che se la sua capacità di combattere il crimine e catturare furfanti è pari solo alla metà della sua conoscenza della flora, sono sicura che quel posto in Perù non glielo negherà nessuno!".
- "Mpf! Sì…", rispose l'agente. - "Dopotutto, Cherubino Pisello non è poi così male come nome…".

FINE



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