Era unico nel suo genere.
Viveva in un sexy shop.
Per la precisione, sul quarto scaffale di un espositore, posto tra "Molly - La Dea che arrapa" e le confezioni di "Cazzetti integrali iperproteici: 100% sgrassa fica", che, per la verità, non avevano grande mercato.
Ed ecco spiegato il motivo per cui "Lenny - Il bambolo gonfiabile" era stato sistemato accanto ai cazzetti: non aveva mercato.
Quando Bob, il proprietario del sexy shop "Cose dell'altro mondo", aveva avviato l'attività, si era convinto che avrebbe fatto soldi a palate fornendo il negozio di una serie di articoli introvabili ed esotici.
Bob aveva così speso cifre ridicole in:
- falli di gelatina, poi invenduti perché chiaramente inutili;
- lingerie di chewingum, rivelatasi di una scomodità senza pari, soprattutto perché, una volta masticata, si perdeva per qualche ora la funzionalità mandibolare;
- calze a rete pelose, con veri ciuffi di peli che saltavano qua e là fuori del collant. in questo modo, chiunque le avesse indossate, uomo o donna, avrebbe spiazzato il partner. E nella confusione dei ruoli, l'eccitazione sarebbe arrivata alle stelle, così almeno assicurava il produttore. Articolo invenduto ovviamente.
- e Lenny: il bambolo gonfiabile.
Lenny era la scommessa più ardita di Bob, quella in cui aveva riposto ogni speranza di arricchimento.
Un articolo di lusso. Solo per pochi.
Era morbido, delicato.
Aveva un colore indefinito che cambiava a contatto con gli umori e il calore umani, per cui sembrava proprio arrossire come una vergine se infilavi, nella "o" perfetta della sua bocca, un cazzo o una lingua (se volevi provare la novità data da un bacio al caucciù).
Il pene sempre eretto e un buco del culo che chiamava dita, vibratori, peni, manici di scopa, candelabri, colli di bottiglia e criceti, tutti a divertirsi.
Insomma, Lenny si prestava tanto alla scopata omo quanto a quella etero e Bob puntava tutte le sue fiches su questo, non tralasciabile, dettaglio.
Il punto era che Lenny era sfortunato.
Finiva sempre per essere protagonista di eventi curiosi.
Come quella volta che entrò in negozio una vecchina.
- "Giovanotto!", disse con voce sicura di sé rivolgendosi a Bob. "E' lei il proprietario di questa agenzia?"
- "Agenzia? Non la definirei così…", rispose Bob.
- "E come vuole chiamarla? Fuori c'è scritto "Cose dell'altro mondo", quindi questa è un'agenzia di pompe funebri!
Amen! E pace all'anima dei miei cari morti: mio marito Willy, il reverendo John, le zie Mable, Maple e Apple e il mio caro bracchetto Alfie!".
- "Guardi, si sbaglia.. Qui noi celebriamo la vita, non la morte!".
La vecchia lo guardò come si guarda uno che prova a barare giocando a Bingo il sabato pomeriggio in parrocchia.
Ne conosceva parecchi di quei vermi senza scrupoli.
- "Senta… per me di "Altro mondo" ce n'è uno solo e in esso hanno trovato la pace eterna i miei cari morti: mio marito Willy, il reverendo John, le zie Mable, Maple e Apple e il mio caro bracchetto Alfie!".
- "Sssi… però… Insisto.. Sta equivocando! Si guardi intorno!".
La signora diede un'occhiata in giro, finchè notò Lenny.
- "Casse da morto in plexiglass.. Me ne avevano parlato..
Ma, guarda che roba! Che stato di conservazione!
Giovanotto! Vedo che imbalsamate i cari estinti!
Ah! Se solo lo avessi saputo, avrei portato qui tutti i miei cari morti: mio marito Willy, il reverendo John, le zie Mable, Maple e Apple e il mio caro bracchetto Alfie!".
Bob iniziava ad innervosirsi.
- "Certo, però.. Che espressione, il volto! La bocca è totalmente innaturale..!".
Così Bob irruppe dicendo - "Certo! E' l'espressione di un succhiacazzi!".
- "E' tipica di tutti i pupazzi?!", capì l'anziana.
- "Giovanotto! Lei dovrebbe avere più rispetto per chi è passato a miglior vita! Anche se quel cadavere ha proprio l'aria di uno cui hanno infilato in bocca un cetriolo, pace all'anima sua!
Non credo che venderà mai quell'articolo..
Di certo, se i miei cari morti: mio marito Willy, il reverendo John, le zie Mable, Maple e Apple e il mio caro bracchetto Alfie fossero qui concorderebbero senza dubbio con me! Addio!", e, così gridando, uscì.
Bob era sconvolto. Soprattutto per via dell'anatema.
Voleva vendere Lenny con tutte le sue forze.
O come quella volta che si presentò una coppia di sposi che, esaurita la spinta erotica legata alla luna di miele, era alla ricerca di un sex toy alternativo.
Bob, disponibile come sempre, li accompagnò a fare un tour tra gli articoli insoliti.
Entrambi notarono Lenny quasi immediatamente.
- "Stellina, hai visto sul quarto scaffale?", chiese Lui.
- "Sì. Ma non chiamarmi stellina.", lo stroncò Lei.
- "Mi ricorda lo zio Jimmy, pace all'anima sua!", disse Lui.
Nel sentire pronunciata quella frase, Bob pensò alla vecchia e alla sua maledizione. - "Lenny! Sa da morto! Nooo!", e si toccò furtivamente le palle.
- "A me ricorda più tuo cugino Roger…", commentò Lei.
- "Mio cugino Roger non ha quell'espressione totalmente innaturale, patatina!".
- "Oh, sì che ce l'ha! E non chiamarmi patatina!".
- "Come vuoi tu, zuccotto!".
- "Non azzardarti a chiamarmi zuccotto!".
- "Oh, certo! Ma, per carità! Calmati, carotina!".
- "Vuoi che te la infili su per il culo la carota?!".
Lui tacque. Ci pensò su e chiese a Bob - "Avete un settore dedicato agli ortaggi fallici?".
Bob lo fissò e si morse le dita al pensiero di non avere investito neanche un cent sugli ortaggi fallici.
Che errore di valutazione.
Allargò le braccia sconsolato.
Insomma, sembrava proprio che Lenny sarebbe rimasto un articolo invenduto.
Fino al giorno in cui la sua sorte cambiò.
Perché arriva un momento nella vita di chiunque in cui tutto viene stravolto.
Non si sa come né perché, ma accade.
Il suo futuro si chiamava "Kiss my ass", una casa cinematografica specializzata in porno, come lo stesso nome suggeriva.
Lenny sarebbe diventato un porno attore.
O meglio uno stunt-man.
O meglio un preparatore atletico.
O meglio una serie di buchi in cui gli attori porno potevano scaldarsi in attesa di girare le scene.
A Bob non sembrava vero.
Con la sua vendita e con l'accordo di una percentuale sui film girati, arrivarono finalmente i soldi.
Che colpo di fortuna!
Soprattutto per Lenny.
La sua fu una carriera cinematografica lunga e soddisfacente.
Da figura che lavorava dietro le quinte, divenne lentamente prima sex toy ripreso distrattamente perché dimenticato dalla troupe su una poltrona, poi comparsata ammiccante, ancora antagonista discreto specializzato in anal, in seguito giovane promessa del porno e, quindi, figura consolidata dello star system.
Si poteva sempre contare su Lenny.
Tempra immutabile.
Durata eccezionale.
Zero pretese sindacali.
Orari di lavoro oltre i limiti dello sfruttamento.
Sicurezza igienica.
Astenersi perditempo.
Lo showbiz investì parecchio su di lui e così girò un numero considerevole di pellicole.
Tra le più famose: "Sono come tu mi vuoi" (1, 2, 3 e 4, ma già al terzo gli autori notarono in lui un po' di stanchezza interpretativa..), "Sfondato", "Uomini dentro", una storia sentimental-gay, "Rocco vs Lenny", accanto ad un colosso del genere e l'immancabile "Tutti pazzi per Lenny".
In breve, Lenny divenne oggetto di desiderio di molti uomini e di molte donne.
Tutti se lo contendevano e Lenny soddisfaceva tutti.
Tutti chiedevano e a tutti Lenny dava.
Era un bambolo vezzeggiato, stimato, ambito.
Era un bambolo di lusso.
Era "Il Bambolo".
Ma, ogni volta che Bob incassava gli assegni provenienti dalle pellicole di Lenny, immancabilmente pensava:
- "Peccato che portasse sfiga!".
FINE
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