ELEKTRO WOMAN
I Poteri le erano arrivati un giorno, cambiando una lampadina.
La sera prima il figlio, accendendo la luce, aveva sentito il ‘pac..’ che, di solito, annuncia che si è fulminata la lampadina e che per chiunque equivale a ‘Cheppalle! Ora devo prendere una scala, salire fin lassù e sperare di non morire fulminato!’.
Beh, il figlio, con i suoi sette anni non aveva interpretato così la cosa, ma lei sì.
“Mamma!”, disse il figlio, “La lampadina ha parlato!”
“Che dici, amore?”, chiese lei.
“La lampadina ha parlato. Ha detto ‘Pac..’!”
Lei sorrise. “Si è solo fulminata! Domani la sostituirò!”, gli disse, mentre pensava ‘Cheppalle! Ora devo prendere una scala, salire fin lassù e sperare di non morire fulminata!’.
Il mattino seguente, sbrigate le poche faccende in casa, Keira si dispose a cambiare la lampadina del lampadario nel lungo corridoio di casa, rimasto al buio.
Da fifona qual era perse molto tempo prima di decidersi ad agire.
Guardò il corridoio, si avvicinò con la scala, la sistemò proprio sotto il lampadario, salì tre gradini e ne scese due. Poi ne salì due e quindi ritornò a terra.
Andò ad assicurarsi che l’interruttore fosse posizionato su Off e ritornò alla scala.
Salì finalmente in cima.
Allungò le mani per toccare la plafoniera ma ci ripensò e incrociò le braccia, studiando la situazione.
Dopo poco, Keira si rese conto che la lampadina non si sarebbe cambiata da sola, così afferrò la plafoniera e la smontò.
Fin lì tutto bene. Era stato semplice, dopotutto.
Chissà perché quella lampada aveva deciso di rompersi proprio la sera prima, in quel preciso momento.
La vita era imperscrutabile e anche la volontà delle lampadine, a quanto pare.
Nel giro di qualche mese, Keira e la sua famiglia si sarebbero trasferiti in un’altra casa, a migliaia di chilometri da lì.
Non poteva aspettare, quella lampadina?!
“Magari è un segno del destino!”, pensò. “Le Forze dell’Universo sono confluite in questo corridoio e arrivate a me attraverso il lampadario, solo per dirmi ‘Keira! La rottura di questa lampadina non è casuale! Svegliati! Cose gloriose ti attendono! Eventi luminosi! Incontri folgoranti!’”.
“Ti decidi a cambiarmi o no?!”, chiese la lampadina.
“Le Forze Cosmiche! Parlano!”, disse Keira spalancando gli occhi.
“Tze! Sono forte di mio! Non c’entra niente il Cosmo! State sempre a parlare di Forza Magnetica, Forza Gravitazionale per spiegare tutto ciò che non comprendete!
…Ma, dai retta a me, la Forza Elettrica è la più forte di tutte!
E ti butto lì perfino che il Mondo deriva da un primigenio Plasma Elettrico!”.
“Plasma Elettrico?!”, chiese Keira, stupita di conversare con una lampadina.
“Di certo è più affascinante del ‘Buco Nero’! A te non viene in mente un gigantesco buco di culo nero, quando senti parlare di Buco Nero?!”, rispose. “Per non parlare della misteriosa ed improbabile sostanza primordiale, la ‘Materia Oscura’! Io penso ad una Merda Galattica, e tu?!”, chiese la voce.
“Non ci avevo pensato..”, convenne Keira.
Dopo un breve silenzio, Keira guardò la lampadina e riflettè a voce alta. “Effettivamente, ieri sera mio figlio mi aveva detto che avevi parlato… Solo che avevi detto ‘Pac..’!”.
“‘Pace e bene’, avrei voluto dire! Così! Per salutare!
Ma quello si è spaventato ed è scappato via!
E’ un fulmine, comunque, quel ragazzetto! Complimenti!”, disse la voce.
“Grazie! ..beh, ti chiedo scusa per lui. Ha solo sette anni, cerca di capire! Comunque, senti…”, disse Keira esitante, “Io dovrei cambiarti, adesso… Ho il corridoio al buio…”.
“Ma certo! Sbrigati a toccarmi così concludo il mio lavoro e posso ritornare alle Correnti Galattiche, che è da ieri sera che mi aspettano!”
“Scusa?!”, chiese Keira.
“Le Correnti Galattiche! Non le conosci?!
Ovvio! Colpa di quei boicottatori Quanto-Meccanici!”
“Eehh?!”, insistette Keira.
“Lascia perdere! Le Correnti Galattiche sono flussi di cariche elettriche, filamenti di energia che brillano nella galassia, abbagliando il Cosmo e portando la Vita dappertutto!
Beh! Ieri sera stavo con loro a creare un po’ di stelle qua e là nell’Universo e, ad un certo punto, ‘Zot’!”
“Zot?!”, chiese Keira.
“Massì! Una scarica pazzesca! Come un pizzicotto fortissimo che mi ha indirizzato qui da te!”
“Da me?!”, insistette Keira che, già da un po’, aveva smesso di seguire lo sproloquio di quella voce.
“Da te!”, continuò la carica elettrica. “Pare che ai piani alti abbiano avuto una ’Scarica di Luminescenza Galattica’, cioè un’illuminazione, un’idea!”
“Cioè?!”
“Cioè hanno compreso che per legittimare il Modello Elettrico e soppiantare quello Magnetico, occorre dare prova agli uomini della potenza sconfinata dell’Intelligenza Elettrica!”
“E come?!”
“Nell’unico modo che gli uomini comprendono: spettacolarizzando l’Energia Elettrica!”
“Giuro che ho smesso di seguirti da un pezzo…”, disse Keira.
“Uff! Attiva le connessioni elettriche, cara!”, la esortò la carica, “Noi Correnti Elettriche alimentiamo tutti i vostri televisori nelle vostre case! E sappiamo benissimo che Voi credete solo a ciò che è: colorato, brillante, incredibile e di bell’aspetto!
Quindi, per credere avete bisogno di vedere abilità straordinarie, superpoteri e cazzate varie!
Voi volete i Supereroi! Noi vi diamo il supereroe più luminoso della storia, anzi una Supereroina: Tu!”.
“Io?!”, Keira ormai rasentava l’isteria. “Ma dovrei perdere perlomeno quattro chili! Nessun costume potrebbe vestirmi decentemente adesso! E mi sentirei ridicola con un mantello!”.
“‘Elektro-Woman’ non ha bisogno di un costume!”, rispose spazientita la voce.
“Elektro-Woman?!”
“Già! E’ il tuo nome! Di grande effetto, non trovi? ‘Elettra’ ci sembrava banale… poi sa di già sentito.. Tempo fa, avevamo pensato di ingaggiare un uomo per questo lavoro e per lui avevamo pensato ad un ‘Mega-Ione+’.. ma poi abbiamo lasciato perdere perché, tra di noi, c’era chi lo chiamava vilmente ‘GranCoglione’, quindi…
Elektro-Woman, invece, è perfetto!”, concluse.
“Ma..”, provò a obiettare Keira.
“Nessun ‘ma’! Sarai Pura Luce! Energia vibrante! E poi il tuo destino era scritto nel tuo nome!”
“Come nel mio nome?!”, sbottò Keira.
“Ma sai fare solo domande tu?!”, rispose la voce. “Umpf! Il tuo nome viene da keraunòs, ovvero ‘fulmine’! L’elettricità è costitutiva della tua persona! Insomma, sei una che abbaglia, Baby!”
“Mmm..”, Keira non era convinta.
“Oh! Insomma, toccami e i poteri dell’Elettricità saranno tuoi!”
A quel punto Keira pensò che tanto valeva assecondarla, così afferrò la lampadina e… Boom!
Ci fu un’esplosione accecante e Keira si ritrovò nello Spazio a fluttuare insieme a trilioni di elettroni che la salutavano e le davano il benvenuto nella squadra.
Si sentì galleggiare tra gli atomi della materia.
Si sentì parte energetica di un sistema che aveva miliardi di anni.
Comprese d’essere come pulviscolo, infinitamente piccolo, infinitamente potente.
Gli elettroni ora le parlavano tutti insieme e lei poteva percepirli con la mente, col cuore, con ogni parte di sè.
“Puoi cominciare, ora!”, le dissero.
“Sì! Lo farò! Porterò energia a chilotoni nell’Universo! Tutti conosceranno la Forza Elettrica generatrice di Vita! Porterò sulla Terra flussi luminosi così intensi che il buio cesserà di esistere perfino come concetto!
Porterò la Luce, infine, su tutte le Terre possibili!”
“Basterebbe iniziare dalla luce nel corridoio!”, le dissero.
“Come?!”, chiese Keira e si girò di scatto.
Tutta la sua famiglia era lì che la guardava.
Lei si vide, in piedi sulla scala, con la lampadina fulminata in mano.
“Riporti, per favore, la luce nel corridoio, mamma?”, chiese il figlio con i suoi grandi occhioni neri. “Ho paura ad andare in bagno da solo, se c’è il buio…”
Keira era confusa ma doveva rispondere al figlio e allora lo fece con tutta la dolcezza di cui era capace.
“Non devi avere paura del buio, piccolo mio!
E poi ci sono io con te!
Sai, io non sono una mamma qualsiasi!
Io sono Elektro-Woman!”.
Il figlio la guardò divertito.
Insieme cambiarono la lampadina e Keira si rese conto del superpotere che aveva ricevuto dacché era diventata madre: il potere di aggiustare sempre le cose, il potere di prendersi cura, con ogni mezzo, delle persone che amava.
FINE
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