Personaggi:
Charles Smith, Prof Università di Cambridge
Romeo Montecchi
Giulietta Capuleti
ATTO V, SCENA III
(Cripta dei Capuleti. Giulietta è distesa sulla pietra tombale. Il corpo senza vita di Paride giace in un angolo e Romeo, inginocchiato ai piedi della sua sposa, è sul punto di bere la fiala di veleno. Lo Smith irrompe nella scena.)
SMITH: “Giovane Montecchi! Vi invito a gettare la fiala mortifera e ad attendere il risveglio della vostra dolce sposa!”
ROMEO: “Chi è costui che, nell’ora tarda della notte che quasi può chiamarsi mattina, avvolto dalle tenebre e in abiti di fattura insolita, si rivolge a me perché mi allontani dall’unico balsamo in grado di confortarmi un poco per la morte del mio unico amore?”
SMITH. “Professor Charles Smith, Emerito dell’Università di Cambridge! Incantato oltre ogni dire di fare la Vostra conoscenza!”
ROMEO: “Ancora l’odiosa tossina non ha completato il suo cammino, sprofondandomi nello Stile in cui affogano le anime tormentate, e già inizio a vedere e a parlare con un demone dell’Inferno!”
SMITH: “Ma quale demone?!”
ROMEO: “Voi, è ovvio! E adesso basta! Mi distraete dal mio triste e solitario commiato dal mondo!”
SMITH: “Ma che fretta hai di bere sto veleno?!”
ROMEO: “Devo raggiungere la mia dolce Signora! Morte lei, morto io! Ineluttabile e fatale equazione matematica!”
SMITH: “Come sei tragico!”
ROMEO: “Tutta questa nostra folle storia d’amore lo è!”
SMITH: “Sì, ma ascoltami! Sai che frate Lorenzo ha seguito segretamente un corso sulle arti magiche..”
ROMEO: “Sì, ma…”
SMITH: “E sai anche che a lui piace tanto fare lo stregone e pasticciare con tisane e beveroni di ogni genere..”
ROMEO: “Avrebbe voluto fare lo speziale, lo sanno tutti.. Ma che c’entra?!”
SMITH: “E’ presto detto! Egli ha preparato una pozione narcotica e l’ha fatta bere a Giulietta!”
ROMEO: “Una droga?! Alla mia dolce sposa?! Ed ora è morta a causa di un vile stupefacente!”
SMITH: “Ma no, frettoloso Romeo! Si da il caso che la pozione provochi uno stato letargico di morte apparente!”
ROMEO: “Ed ora ella è una non-morta?! Che diavoleria è questa?!”
SMITH: “Ancora una volta: No, tardo Romeo! Ti sto dicendo che, se avrai la pazienza di aspettare, la tua bella si sveglierà a breve!”
ROMEO: “Non posso aspettare! La morte mi reclama! Voi mentite!”
SMITH: “Perché voi giovani siete così impetuosi?! Vi siete appena conosciuti, tu e Giulietta, e già bruciate di amore infuocato e impaziente!”
ROMEO: “Oh, ma Giulietta è così bella, fresca, giovane…”
SMITH: “Lo so! Ma ti ricordo che, fino all’altro ieri, eri innamorato delle curve poco virtuose di una certa Rosina!”
ROMEO: “Che c’entra?!”
SMITH: “C’entra che, secondo me, questa è una cotta adolescenziale bella e buona!”
ROMEO: “In base a cosa giudicate il mio amore e il mio comportamento?”
SMITH: “Beh! Solo per aver preso una cotta, in soli quattro giorni hai fatto scoppiare un putiferio!”
ROMEO: “Io vi giuro sui candidi e delicati petali dell’immacolato giglio che il mio amore per Giulietta è vero, come vero è il susseguirsi del giorno e della notte, secondo il movimento dell’astro più luminoso e splendente!”
SMITH: “Non c’è bisogno che giuri! Lo so che sei innamorato… Dico solo che stavate per morire a causa dell’avventatezza e della vostra giovane età!”
ROMEO: “Avete ragione… Ma! Guardate! Giulietta si ridesta!”
(Giulietta si sveglia)
ROMEO: “Amor mio! Siete viva! Respirate e vi muovete! Sembravate defunta ed eravate gelida, ma di una scultoria bellezza!”
SMITH: “Mah! Non era poi così gelida… giusto un pò fresca!”
ROMEO: “Davvero! Madonna mia, vi giuro che..”
GIULIETTA: “E state sempre a giurare!”
ROMEO: “Come?!”
GIULIETTA: “Anche sul balcone! Vi dico di non giurare e voi: Giuro sulla Luna! Giuro sul caro amore del mio cuore! Non se ne può più!”
ROMEO: “Ma..!”
GIULIETTA: “Mi basta che siate sincero e non corriate dietro tutte le gonnelle di Verona!”
ROMEO: “Ah! Mio angelo splendente! Io giuro..!”
GIULIETTA: “Ancora?! Vedete?!”
(Giulietta si riferisce a Smith)
SMITH: “Vedo!”
GIULIETTA: “Fa sempre di testa sua! Sembra incapace di ascoltare la voce e i consigli di coloro che lo circondano, sebbene più avveduti e più saggi di lui!”
SMITH: “A cosa vi riferite, mia Signora?”
ROMEO: “Già! Di grazia, dolce, leggera e ‘paffuta’ colombella, a cosa vi riferite?!”
GIULIETTA: “Appena riavutami dal letargo in cui caddi e che celò il battito del mio cuore vivo e già mi tocca udire della rotondità delle mie forme!”
ROMEO: “Sì, ma ho detto altresì ‘leggera’! Non lo udiste?!”
SMITH: “Lasciate che Giulietta parli ed esprima tutta la sua costernazione! Non vedete, imberbe Romeo, che un avvilimento sconosciuto le avviluppa il cuore e corruccia la fronte?!”
ROMEO: “Sì.. Sì! Ma, ‘imberbe’?! Ho vent’anni e sono un uomo compiuto!”
GIULIETTA: “E’ proprio a codesto atteggiamento che faccio riferimento!
Sarà l’insolenza data dalla vostra cruda giovinezza, ma non sembra ci sia verso che ascoltiate o siate assennato nel giudizio!”
ROMEO: “Ma! Giuro, mio profumatissimo fiore, che mai il mio orecchio ha voluto ascoltare altro che non fossero le parole pronunciate dalle vostre incantevoli ed umide labbra, sulle quali morirei se mai si posassero delicatamente sulle mie!”
GIULIETTA: “Stai giurando! Che ti avevo detto?!”
ROMEO: “Oh, ma insomma! Calmati!”
GIULIETTA: “La verità è che sei un violento!”
ROMEO: “Io?! Un violento?!”
GIULIETTA: “Tebaldo è morto ammazzato per una scaramuccia da strada e-vi-ta-bi-lis-si-ma!”
ROMEO: “Ma Tebaldo aveva offeso a morte Mercuzio!”
GIULIETTA: “Umpf!”
ROMEO: “Ah! Mercuzio! Pace all’anima sua! Egli ha raccolto un’offesa a me destinata! E solo perché mi amava come un fratello!”
GIULIETTA: “Che ti amasse come un fratello non ne sarei sicura…!”
ROMEO: “E in che altro modo avrebbe potuto amarmi?!”
GIULIETTA: “Tutta Verona vi rideva alle spalle! Stavate sempre insieme! E lui non faceva altro che preoccuparsi dei tuoi abiti e della tua acconciatura e dei tuoi calli! Direi che tutto ciò era quantomeno sospetto!”
ROMEO: “Ma era proprio perché mi amava!”
GIULIETTA: “Appunto!”
ROMEO: “Beh! Vi assicuro, mia delizia e stupore, che mai permisi a Mercuzio alcuna confidenza! Ve lo posso giurare!”
GIULIETTA: “Ancora?! Lascia perdere.. Semmai, di Paride lì per terra… che mi dici?!”
ROMEO: “E che vuoi che ti dica? Arrivo da Roma. entro nella cripta e chi ti trovo? Un tuo pretendente! Poi uno dice che non gli deve andare il sangue alla testa… Insomma, sai come vanno queste cose.. Lui mi ha provocato.. io ho tentato di far spallucce.. lui ha insistito e, alla fine, ho ceduto! E giù! Un bel colpo di spada e tanti saluti!”
GIULIETTA: “Come ‘tanti saluti’?! Sei incorreggibile! Come faccio a mettermi con uno come te?! Rischio di non poter fare due passi per Verona! Sei capace di sfoderare il pugnale per una sciocchezza! E io sono troppo giovane per ridurmi a portarti le arance in prigione!”
ROMEO: “Le arance?! Non voglio ammalarmi di scorbuto! Lo scorbuto fa cadere i denti e io ho un bellissimo sorriso!”
GIULIETTA: “Sono io quella che rischia, svenevole Romeo!”
SMITH: “A questo punto mi vedo costretto ad intervenire!”
GIULIETTA e ROMEO: “Parlate!”
SMITH: “La giovane età unita ad un destino beffardo ha voluto che la vostra storia divenisse una tragedia di contrattempi e avventatezze! Ma non tutto è perduto! Anzi: Siete vivi! Adesso, vi attende una strana costellata di felicità, se vorrete percorrerla insieme e se avrete la pazienza del compromesso!”
ROMEO: “Oh! E’ quello che ho sempre pregato durante le lunghe notti trascorse lontano dall’unica stella che guida il mio agire: Giulietta!”
GIULIETTA: “Beh! Certo! E’ anche quello che vorrei io! A patto, però, che questo bruto testone di un Montecchi smetta di fare il barbaro!”
ROMEO: “Non sono un testone! Ammetto d’esser bruto talvolta e, chiaramente, non posso non ammettere di essere un Montecchi… Ma non un testone! Quello no!”
SMITH: “Basta con le baruffe!
Ogni legame reca con sé inevitabilmente delle nebulosità e dei conflitti che, se non gestiti correttamente, possono portare a vere e proprie rotture.
Non facciate che sia il vostro caso!
Il vostro amore ha ispirato milioni di cuori nel corso dei secoli!”
ENTRAMBI: “Davvero?!”
ROMEO: “Ma dove? A Mantova?!”
SMITH: “Dappertutto!”
ROMEO: “Ma anche a Rovigo?”
SMITH: “Ma sì!”
ROMEO: “Ma fino a Brescia?!”
GIULIETTA: “Ma la vuoi smettere?! Non lo hai sentito?! Dice ‘dappertutto’!!
Ormai tutte le giovani donne sanno che stiamo insieme! E addio alle tue possibilità di conquista!
Ti sei rovinato la piazza!”
ROMEO: “No.. ehm.. mica volevo saperlo per chissà quali finalità adulterine…
Che vai a pensare?!”
GIULIETTA: “Penso che sei un potenziale traditore!”
SMITH: “Ah! Gioventù esuberante! Vi invito ad essere sufficientemente maturi da strutturare un legame solido!”
ENTRAMBI: “Sì, ma come?!”
SMITH: “Avete liberamente scelto di formare una unità?”
ENTRAMBI (guardandosi): “Abbiamo?!
Sì! Abbiamo!”
SMITH: “Bene! Allora talvolta sarà dura perché ciascuno porta con sé un ideale differente di amore. Ma troverete dentro voi stessi le metodologie strategiche più idonee per agire nella realtà del vostro amore! Imparerete a gestire conflitti e sciogliere i traumi che vi frenano! Mai lasciarli inespressi o irrisolti!”
GIULIETTA: “Ehm.. Sì, Prof… Quindi?”
SMITH: “Amatevi! Parlatevi! Incontratevi!
In gergo è il celebre acronimo API!”
ROMEO: “Api?! Qui dentro la cripta?! Siamo spacciati! Io sono allergico! Perfino al miele! Lo tollero solo come trattamento di bellezza!”
GIULIETTA: “Poi, se lo chiamo testone, si offende!”
ROMEO: “E’ che ho la pelle delicata…”
GIULIETTA: “Vabbè! Ascoltate, mio solerte amico! Teniamoci in contatto!
Perché mi sa che, se non ci teniamo in contatto con un esperto che inspiegabilmente ma evidentemente ha a cuore la nostra storia d’amore, a breve Verona vedrà scintille e fuochi d’artificio!”
ROMEO: “Ma non è ancora Carnevale, mio profumatissimo fiore!”
GIULIETTA: “Ma che dici?!”
ROMEO: “I fuochi d’artificio li vedremo il venerdì grasso!
Ti dico che siamo fuori stagione…”
GIULIETTA: “Non so se ce la posso fare da sola, caro Smith! Aiutatemi voi!”
SMITH: “Vi aiuterò io, non preoccupatevi!
Non posso permettere alla quotidianità e alle incomprensioni di spegnere il fuoco vivo di una delle più grandi e appassionate storie d’amore di tutti i secoli!”
ROMEO: “Siete il nostro salvatore, Prof. Smith! Diventeremo buoni amici!
E magari vi darò pure qualche buon consiglio sulla vostra acconciatura!
Sono un esperto, credetemi! Vi porterò dal mio barbiere!”
SMITH: “Ma Santo Iddio! Cosa hanno i miei capelli?!
Non c’è una tragedia del Bardo i cui personaggi non critichino i miei capelli!”
GIULIETTA: “Lasciate perdere Romeo!
Lui è un modaiolo… Esattamente come Mercuzio!”
ROMEO: “Ah! Mercuzio! Dolce Mercuzio!”
GIULIETTA: “Non una parola di più o me ne vado!”
ROMEO: “Ma dove vuoi andare?!”
GIULIETTA: “Fuori da questa cripta ghiacciata, tanto per iniziare! Sto congelando!”
ROMEO: “Il freddo conserva, mia cara, e aiuta a restare giovani. E’ l’antiage per eccellenza…”
SMITH: “E basta! Siate uomo!”
ROMEO: “Sì, sì.. Andiamo! Troppe emozioni, oggi! Ho proprio bisogno di un bagno caldo, un massaggio rilassante e un tonico nutriente!”
GIULIETTA: “Vabbè, và! Andiamo a casa!”
FINE
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